Un
libro drammatico, vero, attuale, tragicomico, triste, spensierato; un romanzo
che fa riflettere.
Claudia
Durastanti offre una scrittura elegante, intensa, ammirevole.
Nata
a metà degli anni ’80, appassionata di libri, musica e film, l’autrice
ripercorre, seppur con qualche flashback o salto temporale, il cammino di una
generazione che fa oggi i conti con l’età adulta.
Figlia
di genitori sordi, avventati, scostanti, ribelli e un po’ spiantati, Claudia
vive una vita di cambiamenti, di traslochi, di esperienze non adatte a una
bambina così giovane, ma al tempo stesso cresce in fretta, ha tanta voglia di
sperimentare, di apprendere, di conoscere.
Claudia
si sente sempre inadeguata al luogo in cui si trova, si pone sempre tanti
interrogativi, soffre nell’approcciarsi con le consuetudini, con gli standard
che la società richiede. Non è mai del tutto a suo agio nel rapportarsi alle
persone, commette tanti errori, rinuncia e poi riparte, cade e si rialza, urla
tutta la propria frustrazione e poi recupera il filo dell’esistenza.
Claudia
è tutto e niente. È un ignavo del quale non curarsi, ma anche una persona da
ammirare e da ascoltare con attenzione; è una ragazza sfrontata che si lascia
andare a battute di scarso gusto, ma anche una donna di una profondità e di una
sensibilità rare; è instabile, affetta da chissà quale patologia, da additare
come reietta, ma anche persona di successo, degna di attenzioni e rispetto.
Claudia
si sente straniera, ovunque vada; Claudia riesce a conoscersi, a interrogarsi,
a manifestarsi come quasi nessuno oggi riesce a fare. Claudia vuole essere
vera, con tutto quello che l’esserlo comporta, in una
società fasulla come quella odierna.
Ma
alla fine diciamocelo: chi non si sente un po’ straniero a casa propria, in
mezzo a pranzi con parenti starnazzanti, con coniugi atrofizzati alla routine,
tra colleghi o amici che il tempo ha trasformato?

Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.